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Biografia

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  Sono nata a Bolzano nel ‘96 e fin da piccola ho sempre

trovato più naturale esprimermi attraverso immagini piuttosto che

a voce con le parole. Scarabocchiavo sotto il tavolo della cucina,

per la gioia dei miei genitori che fortunatamente lo hanno scoperto

solo quando il tavolo era ormai da buttare.

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La mia naturale propensione alla creazione artistica mi ha portata ad escludere tutti gli altri percorsi e dunque a frequentare il Liceo Artistico G. Pascoli di Bolzano, indirizzo Grafica d’Arte inizialmente e poi Arti Figurative quando fu introdotto due anni dopo che ero lì. La tesina di maturità è per me cosa di poco conto, ma tra le altre argomentazioni scelsi di scrivere di Vasilij Kandinskij; riflettendoci a posteriori penso che probabilmente ero già stufa di tutto quel figurativo iperrealista richiesto per superare il liceo
Nonostante ciò, nei primi mesi di Accademia (2015), ritrassi l'ambiente che mi circondava, l'atelier, ed i suoi "abitanti". Lentamente mi interessai ai luoghi interni, o meglio interiori. Partendo da paesaggi di montagne che disegnavo attingendo alla memoria delle mie origini, passando per i sogni di stanze (dis)abitate, feste e ambienti, sempre ambienti, più o meno reali; arrivando alla totale decostruzione di schemi e all'esteriorizzazione dei pensieri-immagini tramite flussi di coscienza per un risultato tutt'altro che riconoscibile rispetto alla sua origine.

Gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia si conclusero con l'esposizione finale della tesi nel marzo 2019. La mia, dal titolo "Scarabocchi - Appunti e ripensamenti" verte intorno al concetto di decostruzione e nuova formazione del proprio linguaggio espressivo. 
Quella vecchia tesi espone alcuni aspetti della mia ricerca pittorica che sono ad oggi ancora il fulcro del mio processo creativo. 

 

Temi come l'accozzaglia, la serendipità, l’utilizzo della scrittura come mezzo di non-comunicazione; il processo di decostruzione e costruzione dell’immagine, lo scarabocchio appunto, l’indecifrabile che si fa immagine astratta
Se dovessi trovare un filo conduttore in quello che faccio direi che è l’incoerenza, perché non c’è un metodo predefinito. Alcune volte parto da immagini fotografiche, istantanee scattate in momenti di tedio, convivialità oppure ambienti. Mantengo alcune forme, luci e ombre che mi interessano e spesso altero i colori. Altre volte, invece, l’immagine ha origine nella mia testa (riflessioni, sogni, ricordi), e si traspone sul supporto in un flusso di coscienza.
In ogni caso mi affido molto alle parole e all’improvvisazione, cercando comunque di evitare gli automatismi. Decostruendo gli schemi e scarabocchiando, per riordinare in un secondo momento, e poi follemente decostruire ancora. Compiendo un ragionamento esterno alla mente, direttamente sul foglio/tela, come se ne fosse un’estensione.

I materiali utilizzati sono spesso sintetici, quali resine, acrilici, spray e marker, ma anche i classici colori ad olio, prediligendo comunque la tecnica mista e sperimentale. Allo stesso modo variano i supporti: dalla carta alla tela, passando per tavole e stoffe colorate, arrivando a tessuti traslucidi e plastiche. Sono sempre alla ricerca di nuovi stimoli per l'espressione e ciò equivale per me a sperimentare l'utilizzo dei materiali più disparati. 

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Partendo dall'esperienza in Accademia presso l'Atelier F di Carlo di Raco (2015-2019) e proseguendo con i Workshop estivi-Laboratorio Aperto a Forte Marghera, la mia poetica si è sviluppata lavorando in diversi contesti artistici e territoriali. Terminati gli studi, ho dipinto talvolta in stanza e talaltra in soffitta in un appartamento condiviso con artisti dell'Atelier F nel sestiere di Cannaregio, VE, fino all'estate 2020. Settembre-ottobre sono stata ospite in una casa privata a Cecina, LI, avendo a disposizione un'ampia stanza vuota per dipingere in solitaria. Difficile mantenere una continuità in un’attività ciclica quale ho scoperto essere la pittura per me.

Dunque dopo un semestre e forse più d’interruzione in cui mi sono occupata di altro, ho ripreso a dipingere nella mia cameretta nel quartier Casanova, BZ, affiancata da una chitarra, mia unica compagna in una città che sento estranea. Nell'autunno 2021, tornata a Venezia, questa volta nell'isola della Giudecca, condivido l'appartamento con artiste dell'Atelier F e mi dedico a progetti di arte pubblica e partecipativa, mettendo nuovamente in pausa la pittura. Nel novembre 2022 trovo finalmente rifugio nell'Atelier di Drin, BZ, uno spazio di coworking dove posso rammendare le pezze della mia ricerca pittorica frantumata ed ho inoltre occasione di confrontarmi con studenti di altri ambiti rispetto al mio.

Attualmente sono tornata ad abitare nella mia casa d'infanzia, dipingendo in quella che fu la stanza dei miei genitori prima che divorziassero.

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> Tralucente 2023, prima mostra personale presso Okgo Art Gallery (BZ)
> Duoccia Live 2022-23, installazione partecipativa itinerante di Elisa Raso (VE, BZ, ongoing)
> the Urban Goose Game 2021, gioco diffuso-collettivo a cura di Elisa Raso, progetto vincitore di WS Call 2021 (BZ)
> Doppelgänger 2019, mostra collettiva a cura degli artisti stessi (BZ)
> Ofrenda Dìa de Muertos 2019, mostra collettiva, opera partecipativa (VE)
> Dentro l'occhio della mosca 2018, mostra collettiva a cura di Maya de Martin Fabbro, organizzata dagli artisti stessi (VE)
> Laboratorio Aperto Forte Marghera 2016-19, workshop estivo e mostre collettive finali a cura di Carlo di Raco e Martino Scavezzon (VE)

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