Sono cresciuta con il telefono in mano. Anche se non me ne rendevo conto.
Ho ricevuto il mio primo cellulare a 8 anni credo, o meno, come regalo per la prima comunione.
Quale fosse la relazione tra le due cose ancora non me lo spiego. Forse che bisognasse premiare la mia unione con Dio? Io penso di averla percepita più come un premio al valore, per la resistenza e sopportazione del catechismo e dunque il dono si accompagnava ad una festa gioiosa per la fine del patimento.
Sono cresciuta con il telefono in mano. Uno di quei primi Nokia leggeri e indistruttibili, con Snake e quell'altro giochino della navicella spaziale, e il compositore musicale.
Fu allora che composi le mie prime melodie, nei primi anni di vita di quel cellulare.
Che tu lo voglia o no, pensiamo tutti che i cellulari "vivano".
Sono cresciuta con il telefono in mano. E con la convinzione e tranquillità di poter raggiungere i miei genitori con la semplice digitazione di una sequenza di cifre, che imparai presto a memoria. Anche se fossero stati lontani, da me, da noi. Anche se fossero stati distanti tra loro.
Quasi ovunque, la montagna era un limite, non allarmante comunque.
Sono cresciuta con il telefono in mano e il pensiero che se avessi voluto chiedere a qualcuno come stesse, sarebbe bastato un messaggino. E la semplicità con cui ho sempre eseguito questo gesto, e forse l'ingenuità, possono essere lette anche come genuinità.
O forse come follia.
Perché la semplicità spesso spaventa, e ciò che spaventa viene categorizzato come folle e incosciente e/o pericoloso.
E forse allora sono una persona pericolosa, perché sono semplice, e diretta e genuina.
Sono pericolosa perché sono trasparente e non so mentire. Non mi piace mentire. Ma non è vero che sono diretta e genuina. Sono indiretta, genuina non saprei.
Vivo ma non esprimo. Vivo, dentro
Forse non sono ancora nata.
O forse sono nata molte volte, almeno tante quante le volte che son morta. E ora rinasco ancora. Mi rigenero come una fenice.
Solo che questa volta voglio che le ceneri spariscano spazzate via dal vento.
Questa nascita sarà l'ultima e definitiva. E non lascerà traccia dei genitori.